Da quando gli americani hanno conquistato l’Italia, non l’hanno più mollata e non capisco ancora cosa aspettino, gli Stati Uniti, ad aggiungere una stella in più alla loro bandiera. Una stella mediterranea, senza tanti infingimenti. Almeno il popolo italiano potrebbe – per quel che vale (zero virgola che?) – avere la garanzia di votare ogni quattro anni, DiMartedì. E la si finisse una volta buona con questa storia di essere uno stato indipendente! Avete rotto i coglioni a forza di prenderci per il culo. E ora il non eletto, il messo lì con gli osanna del Capitale, servitù annessa applaudente, non nasconde neanche più con una finzione di andare là, oltre oceano, a prendere ordini, dispacci, comandi, sì signore, un inchino, tanto carino è questo funzionario. Era meglio quando i rapporti con l’Amministrazione yankee li teneva direttamente la mafia: almenoi mafiosi ottenevano qualcosa per il territorio, da bravi uomini d’onore. Questi facente funzione di stocazzo, mezzi uomini, piglianculo,ominicchi e quacquaracquà, che non valgono il pelo di un coglione di un lavoratore sospeso perché non ha ceduto al ricatto del certificato merda, devono decidere per un’intera popolazione come se ne avessero legittimazione morale e spirituale, e non solo la merdosa formalità del raggiro costituzionale. Fate schifo, tutti. Indegni di rappresentare quel che resta di una nazione imbambolata, di milioni di individui che ancora portano la mascherina come ebeti per rispetto. Rispetto di chi? Della merda inquinata che ci rappresenta? Ma ripigliatevi, datevi una scossa, bevete un cordiale, fatevi una pippa, ricordate che avete cantato anche voi La terra dei cachi e vergognatevi. E pentitevi. Ma soprattutto: spengete quella cazzo di televisione che vi rimbomba nel cervello falsità.
Tag: facezie italiane
-
« Le circostanze in cui è caduto il fascismo sono state poi tali da rendere completamente utopistico ogni spirito rivoluzionario. Non è possibile fare delle innovazioni radicali con la presenza delle truppe di occupazione. Il governo inglese e quello americano considerano il nostro paese come un possibile trampolino di lancio nella prossima guerra contro la Russia e hanno tutto l’interesse ad appoggiare i reazionari, loro eventuali alleati contro i comunisti. È vero. Noi abbiamo perduto la partita. Ma le carte che avevamo in mano non ci permettevamo di vincerla. »
Lettera di Ernesto Rossi a Gaetano Salvemini del 20 marzo 1946, in G. Salvemini, Lettere dall’America
-
L’Italia è un paese che odio, diciamo olio, ch’è più unto e scivola meglio sui sentimenti che, auspicabilmente, dovrebbero essere il meno intensi possibile verso chi non si ama, verso chi si disprezza, verso chi non si vorrebbe aver niente a che fare e invece si ha che fare, dato che il caso ci ha piombato addosso quest’epoca e questa nazione regolata da disposizioni di legge che cozzano, ledono, rompono i coglioni al diritto di vivere la propria vita di bipede che non calpesta i piedi altrui.
Io li vedo, i miei simili, che ancora portano quello straccio pieno di microbi davanti alla bocca, impedendosi a una corretta respirazione. Li vedo – e ho pena per loro, mi mortificano, mi urtano il nervoso, li vorrei tutti mandare a fare in culo, ma non lo faccio, è un pio desiderio, Giusto. Però devo fare qualcosa. Che cosa? Cantare:
Cari, cari polli di allevamento
che odiate ormai per frustazione e non per scelta;
cari, cari polli di allevamento
con quella espressione equivoca e sempre più stravolta.
Immaginando di passarvi accanto
in una strada poco illuminata
non si sa se aspettarsi un sorriso
o un coltellata.
Dlin dlan, dlin dlon.
P.S.
Per i lavoratori costretti dai “prenditori” di lavoro a portare il cencio davanti alla bocca, sappiate: i protocolli d’intesa tra confindustria e sindacati non sono legge. Mandate a fare in culo e gli uni e, soprattutto, gli altri – i sindacani di razza padrona.